Rosetta: missione compiuta! Il lander Philae ha raggiunto il nucleo della cometa P67

Alle ore 16:34 (italiane) del 12 novembre 2014, la missione Rosetta ha raggiunto il più ambizioso dei suoi obiettivi. Dopo circa 25 anni dall’approvazione della missione da parte dell’ESA e dopo un viaggio durato 10 lunghi anni, il lander Philae è atterrato sulla superficie della cometa 67/P, distante dalla Terra circa 520 milioni di km, tant’è che i segnali radio impiegano poco più di 28 minuti per arrivare dalla sonda alla Terra.
Si tratta di una prima assoluta nella storia dell’esplorazione spaziale e di un risultato scientifico di primissimo piano, anche per quanto riguarda la partecipazione italiana all’intero progetto.
Il nome “Rosetta” dato alla missione ha un suo significato ben preciso. Infatti, se tutto andrà nel verso giusto, ci permetterà di capire qualcosa in più riguardo l’origine del sistema solare e della vita sul nostro pianeta, nello stesso modo in cui la “stele di Rosetta”, conservata al British Museum di Londra, ha consentito di decifrare i geroglifici egiziani. Il nome “Philae”, dato al lander, è quello dell’isola nel Nilo nei cui templi sono stati trovati altri cartigli rivelatesi fondamentali per la comprensione dei geroglifici. Questo nome è stato dato in seguito ad un concorso bandito dall’ESA 10 anni fa e vinto da una studentessa di 15 anni appassionata di astronomia frequentante il liceo socio-pedagogico di Arluno (MI), di nome Serena Olga Vismara. Questa ragazza è oggi studentessa universitaria di ingegneria aerospaziale al politecnico di Milano, ed era presente come ospite del centro di controllo  ESA-ESOC  di Darmstadt al momento dello storico evento, così come è stata ospite anche al momento del lancio della missione, avvenuto nel 2004 dalla base ESA della Guyana Francese.
Un piccolo balzo per un robot, ma un grande salto in avanti per tutta l’umanità”. Così ha commentato a caldo, proprio dal centro ESA-ESOC, il Presidente dell’ASI Roberto Battiston, richiamando alla memoria la celebre affermazione di Neil Armstrong quando il 20 luglio del 1969 mise piede sulla Luna. “Come nel passato, come ai tempi di Newton o Galileo - ha aggiunto Battiston - questo grande passo l’ha fatto l’Europa, la vecchia Europa. E il nostro Paese ha dato un contributo straordinario”.
Per Giovanni Bignami, presidente INAF, la missione è “un’altra prima per l’Europa e l’Italia nel sistema solare ed anche una rivincita sulla NASA. Nel 1986 fummo i primi ad avvicinarci ad una cometa (quella di Halley) e dieci anni fa fummo ancora i primi con l’incredibile atterraggio nelle paludi di metano liquido su Titano, il satellitone di Saturno. Giusto per dire che una missione come Rosetta non la si inventa, ma è basata su una tradizione europea di almeno trent’anni di esplorazione planetaria.
Raffaele Mugnuolo, che per l’Agenzia Spaziale Italiana ha seguito la missione fin dal suo concepimento agli inizi degli anni ’90, ha così commentato davanti alla platea dell’auditorium della sede ASI: "Rosetta è un passo fondamentale per la scienza e la tecnologia paragonabile a quello fatto con lo sbarco sulla Luna. Ci ha insegnato che bisogna avere coraggio di pensare cose visionarie, sognare e immaginare nuove sfide. Ed è incredibile pensare che il tutto sia stato fatto con tecnologie di oltre 20 anni fa, oggi considerate vecchie”.
Dei 21 strumenti a bordo di Rosetta e del lander Philae, ben quattro sono sotto la responsabilità italiana. Si tratta di VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) il cui responsabile scientifico è Fabrizio Capaccioni dell'Istituto di Planetologia e Astrofisica Spaziale dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF-IAPS), GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) con Alessandra Rotundi dell'Università "Parthenope" di Napoli e la WAC (Wide Angle Camera) con Cesare Barbieri dell'Università di Padova. E’ anche italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni, il trapano carotatore Sd2 a bordo del lander, realizzato da Selex Es sotto la responsabilità scientifica della professoressa Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano, ed il sottosistema dei pannelli solari, realizzati anch’essi in collaborazione con il Politecnico di Milano.
Rosetta è una complessa missione europea, che ha coinvolto circa 20 nazioni, e uno dei principali ruoli è stato ricoperto dall'Italia (ASI, INAF, industrie) grazie al contributo fondamentale di molti ricercatori e progettisti, tra cui non bisogna dimenticare Angioletta Coradini, prematuramente scomparsa tre anni fa.