Dedicato all'astronomo G. Schiaparelli il lander della missione ExoMars

Sono esattamente 3 anni che l’Osservatorio Astronomico di Brera, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e la Società Astronomica Italiana, assieme a Thales Alenia Space, decisero di celebrare la figura di Giovanni Virginio Schiaparelli nel centenario della sua scomparsa. Le celebrazioni che ebbero luogo a Milano, Palazzo Brera, e a Torino, Biblioteca Universitaria, videro la partecipazione di un numero di astronomi italiani ben superiore a quello che di solito si riscontra in occasioni di congressi a carattere storico -merito degli organizzatori, certo, ma anche dovuto alla rilevanza che la figura di Schiaparelli ha per l’astronomia italiana.
Devo ammettere che assistetti con una certa sorpresa alla proposta che emerse quasi naturalmente durante una sessione plenaria di intitolare a Giovanni Schiaparelli il lander della prossima missione ExoMars. Naturalmente si trattava di un riconoscimento ben meritato se ricordiamo quanto il nome di Schiaparelli sia legato a quello del pianeta Marte, ma la complessità e gli equilibri politici da tenere presenti quando si intitola un nuovo strumento mi facevano temere che, come italiani, stavamo forse realizzando una fuga in avanti. 
La notizia di questi giorni che l’ESA ha deciso di dedicare il lander di ExoMars 2016 a Giovanni Virginio Schiaparelli mi rende consapevole di far parte di quella comunità che si è sentita orgogliosa di avanzare questa proposta. Si tratta di un riconoscimento importante perché il modulo Schiaparelli, che atterrerà nella zona equatoriale di Marte denominata Meridiani Planum, sarà equipaggiato con una suite di strumenti di misura di parametri fondamentali per caratterizzare l’atmosfera sviluppata da un Team internazionale con leadership della ricercatrice INAF Francesca Esposito. L’obbiettivo è la misura di temperatura e umidità dell'aria, opacità atmosferica, velocità e direzione del vento e, in anteprima assoluta, anche del campo elettrico del pianeta rosso, un parametro correlato alla abbondanza di polvere nella atmosfera che a sua volta è fondamentale per capire la meteorologia del pianeta. Una grande soddisfazione, quindi, e, ancora una volta, la dimostrazione che –almeno in scienza- il coraggio paga.
 
Roberto Buonanno – Presidente SAIt e direttore dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Collurania, Teramo.
 
 

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